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Eraclea Minoa, razzia di tesori sommersi: scoperti cento scavi clandestini

L'area archeologica di Eraclea Minoa

Un centinaio di scavi clandestini, alcuni dei quali abbastanza profondi, sono stati scoperti nell’area archeologica di Eraclea Minoa. Ancora una volta, come accade da anni ormai, i tombaroli sono entrati in azione. E lo hanno fatto verosimilmente durante la notte, perché è prioritario del resto che nessuno veda o senta nulla.

Fatta la scoperta, da parte del responsabile dell’area di Eraclea Minoa, è stata formalizzata una nuova, l’ennesima, denuncia a carico di ignoti. A raccoglierla sono stati i carabinieri della stazione di Cattolica Eraclea che, coordinati dal comando compagnia di Agrigento, da mesi e mesi si stanno occupando di queste continue razzie. Perché se i tombaroli ritornano – e ad Eraclea Minoa lo fanno ciclicamente – qualche reperto archeologico necessariamente viene riportato alla luce.

Non è chiaro – non può esserlo – se i malviventi, effettuando gli scavi archeologici abusivi, in quest’ultima circostanza, siano riusciti a trovare e ad arraffare dei reperti. Ma appare scontato, sia per il numero di scavi realizzati sia per il fatto che, appunto, tornano proprio, sempre, in quell’area archeologica. Il danno – non conoscendo se e cosa sia stato portato via - non è stato quantificato. Non è possibile farlo. Anche in occasione di quest’ultima, sgradita, presenza, i militari hanno effettuato un sopralluogo per provare a recuperare indizi o elementi per tracciare una buona pista investigativa e arrivare all’identificazione se non di tutti, almeno di qualcuno, dei tombaroli che sono entrati in azione. Perché una cosa sembra essere certa, non può essere stato un solo tombarolo a scavare – e anche rapidamente – un centinaio, forse pure qualcuna di più, di buche, alcune delle quali anche profonde. Appena a fine maggio scorso, erano stati trovate una quarantina di identiche buche. E a fine febbraio erano stati trovati invece un centinaio di piccoli scavi clandestini, buche profonde dai 10 ai 30 centimetri.

Il copione va avanti da anni, ma negli ultimi mesi sembra ripetersi con cadenza sistematica. La stessa situazione s’era presentata a fine dello scorso dicembre. Anche allora, gli impiegati del polo museale di Eraclea Minoa trovarono più scavi, neanche tanto profondi. Scavi che però – allora come negli ultimi giorni - sono il segnale chiaro, inequivocabile, che qualcuno non soltanto riesce ad intrufolarsi, ma provato – e forse ci riesce pure - a cercare reperti archeologici. Spetterà all’attività investigativa dei carabinieri stabilire se, come sembra facile ipotizzare, la mano sia sempre la stessa. Ossia se periodicamente l’area viene presa di mira e visitata da qualcuno che ha già trovato o sa di poter trovare reperti archeologici. Anche gli ultimi episodi sono la copia conforme di quanto accaduto nell’estate del 2019. Tanto ad agosto, quanto a luglio, erano stati denunciati, sempre a carico di ignoti, danneggiamenti analoghi.

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