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Stop alle autobotti private, case senz'acqua e proteste a Canicattì

Giunto al terzo giorno il blocco delle autobotti private che trasportano acqua i cittadini sono ormai esasperati per la mancanza scorte del prezioso liquido nelle case a Canicattì a causa anche dei lunghi turni di erogazione di Aica, il consorzio gestore del servizio pubblico. I disagi aumentano con il passare delle ore. Anche le attività commerciali e di somministrazione di cibo e bevande iniziano ad avere difficoltà. Il prezzo dell’acqua con gli autobottisti in regola si è impennato: anche 20 euro per un carico di acqua indipendentemente dalla quantità anche di appena 2-5 metri cubi. Prima di questa crisi con 25 euro di metri cubi di acqua se ne avevano 12-15.

Il candidato sindaco al ballottaggio Cesare Sciabarrà intanto ha proposto al suo antagonista Vincenzo Corbo di sollecitare un incontro con il prefetto di Agrigento in quanto uno dei due tra meno di 10 giorni sarà il nuovo sindaco di Canicattì e quindi entrambi hanno un certo peso politico e di rappresentanza. La situazione a Canicattì è crollata dopo il controllo di giovedì mattina della guardia di finanza con il sequestro di alcuni pozzi privati ed il fermo di un paio di autobotti. Per paura di ulteriori sequestri il resto di autobottisti si sono guardati bene dal continuare il servizio. Unici rimasti sulla piazza alcuni autobottisti privati con le carte in regola che dovrebbero rifornire attività di ristorazione, servizi di pubblico interesse e abitazioni con degenti immobilizzati a letto. Il sindaco uscente Ettore Di Ventura e la prefettura sono a conoscenza della situazione ma non possono interferire con l'autorità giudiziaria che sta indagando sul fenomeno dei pozzi privati a Canicattì, fanno sapere. Si temono, perdurando anche i disservizi di Aica, problemi di ordine pubblico.

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