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Mafia nell'Agrigentino, la fuga dopo la soffiata ma l'informazione era fasulla

«L’avvocato mi ha detto che devono fare 52 arresti fra Ravanusa, Canicattì, Palma e Licata. Lo ha detto a mio nipote, ne ho parlato con Lillo Di Caro e ora sto avvisando te». Un collega di Angela Porcello, finita in carcere il 2 febbraio nell’operazione antimafia Xydi, con l’accusa di essere il cassiere e il «consigliori» del mandamento mafioso di Canicattì, avrebbe avvisato il nipote del boss Luigi Boncori di un’imminente operazione antimafia successiva al doppio blitz Assedio-Halycon dell’estate del 2019.

La circostanza emerge negli atti dell’inchiesta, insieme ad una serie di dettagli che fanno apparire pressoché certa una seconda «puntata» dell’operazione. Un avvocato, secondo quanto si apprende, di cui viene fatto il nome, avrebbe messo in guardia il nipote di Boncori dicendogli che ci sarebbero stati 52 arresti, indicando anche il versante geografico. La notizia, che probabilmente era infondata, almeno in quei termini, getta nel panico l’intera consorteria.

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