I giudici del tribunale di Sciacca hanno condannato due uomini con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una tredicenne che sarebbe stata «venduta» dalla madre per cifre comprese fra i 30 e i 200 euro. Si tratta di Pietro Civello, 63 anni, di Gibellina (8 anni e 6 mesi), e Vito Sanzone, 43 anni, di Menfi (5 anni e 6 mesi).
In un altro stralcio del processo, il gup del tribunale di Palermo, Ermelinda Marfia, aveva condannato a 8 anni di reclusione, per le accuse di induzione alla prostituzione, la madre della ragazzina di tredici anni che sarebbe stata «venduta» e fatta prostituire dalla stessa donna fra Menfi e Gibellina; condanna anche per due 'clienti', riconosciuti colpevoli di atti sessuali con minorenne: 6 anni erano stati inflitti a Vito Campo, 69 anni e 4 anni a Calogero Friscia, di 25 anni.
L’indagine, che ha fatto luce su una vicenda agghiacciante, ha avuto un impulso del tutto casuale. Nel cuore della notte, a dicembre del 2017, su una strada statale nei pressi di Sambuca, i carabinieri fermarono un’auto, a bordo della quale vi erano Civello e una ragazzina tredicenne. I militari, insospettiti dall’atteggiamento nervoso dell’uomo e dalla presenza dell’adolescente, con la quale non aveva alcun legame di parentela, decisero subito di approfondire la situazione, accompagnando i due nella stazione di Menfi, comune di residenza della minore.
Di fatto il sessantenne ha pressochè ammesso di avere accompagnato la ragazzina in un ovile, nei pressi di Gibellina, dove altri due uomini avrebbero consumato dei rapporti sessuali a pagamento con lei.
La legge, peraltro, equipara i rapporti con i minori di 14 anni alla violenza sessuale anche in presenza del consenso. Il tutto con il benestare della madre della ragazzina: in quella circostanza Civello fu arrestato e la madre della tredicenne denunciata. L’indagine, però, si estese e fu accertato il coinvolgimento di altre persone.
Caricamento commenti
Commenta la notizia