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Abuso d'ufficio, due testimoni difendono il sindaco di Aragona

Giuseppe Pendolino - Aragona

«Non ci fu alcuna volontà di penalizzarlo, semplicemente andava ottimizzata la macchina burocratica del Comune perchè nel 2017, quando il sindaco si è insediato, ha trovato dieci dirigenti in un paese di 9 mila abitati. Erano decisamente troppi e sono stati rivisti gli incarichi». L’ex assessore all’Urbanistica, Francesco Maria Morreale, e il presidente del consiglio comunale Gioacchino Volpe difendono il sindaco di Aragona, Giuseppe Pendolino, finito a processo con l’accusa di abuso di abuso di ufficio perchè avrebbe fatto delle pressioni contro l’ingegnere Salvatore Chiarelli che non si era prestato ad assecondare alcune sue richieste tanto da vedersi revocato l’incarico dirigenziale.

Il primo cittadino, in particolare, secondo l’accusa avrebbe cercato di costringerlo a mettere le carte in regola su un immobile abusivo e consentire, quindi, a una parente di venderlo. Le pressioni di Pendolino sarebbero state finalizzate anche a revocare la consistente sanzione amministrativa che, per prassi, viene comminata dagli uffici quando si accertano violazioni edilizie. Il dirigente ha denunciato il sindaco e si è costituito parte civile con l’assistenza dell’a vvocato Daniela Posante: al processo, in corso davanti ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, ha confermato le accuse.

L'articolo completo di Gerlando Cardinale nell'edizione di Agrigento-Caltanissetta-Enna del Giornale di Sicilia.

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