Due condanne, sei assoluzioni e 35 rinvii a giudizio nell’ambito dell’inchiesta "Sepultura" che ipotizza un vasto traffico e smaltimento illecito di rifiuti nella discarica di contrada Principe, a Camastra.
I provvedimenti sono stati emessi dal gup di Palermo Filippo Serio, che ha condannato Carmelo Parrino, 61 anni, intermediario dei rifiuti e titolare dell’omonima impresa con sede ad Augusta, e Francesco Ippedico, 78 anni, amministratore del laboratorio "Ippedico Franesco società srl", alla pena di dieci mesi di reclusione. Assolti per non aver commesso il fatto P. B., 50 anni; Salvatore Mazzotta, 47 anni; Giuseppe Panseri, 69 anni; Stefano Panseri, 43 anni; Domenico Vincenzo Venturi, 61 anni e Marco Venturi, 58 anni.
Al centro dell’inchiesta vi sono i vertici della A&G srl società con sede a Camastra, che si occupa della gestione della discarica di contrada Principe. Il gup ha deciso pure il rinvio a giudizio degli altri imputati - la lista era composta da 43 fra persone fisiche e giuridiche - che non hanno scelto riti alternativi. In 35 compariranno il 25 novembre davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, per l’inizio del dibattimento. Agli imputati (difesi, fra gli altri, dagli avvocati Leonardo Marino, Giovanni Castronovo, Lillo Fiorello, Alessandro Baio e Claudio Gallina Montana) si contesta di avere smaltito illecitamente, nella discarica di Camastra, rifiuti speciali di ogni tipo, anche pericolosi: dopo il sequestro della struttura e dei beni di alcuni indagati, scattato nel dicembre del 2017, la vicenda è approdata a processo.
Nella lista, fra gli altri, c'era pure l’imprenditore Marco Venturi, uno dei più noti in Sicilia, legale rappresentante del laboratorio di analisi Sidercem, accusato di avere redatto delle certificazioni non veritiere per consentire al titolare di uno stabilimento di conferire nella discarica di Camastra dei rifiuti che non potevano essere smaltiti: il giudice lo ha assolto. E poi ancora l’attuale presidente dimissionario di Girgenti Acque, Marco Campione e il suo predecessore Giuseppe Giuffrida. Fra le persone finite sotto accusa, ci sono i responsabili della società "A&G" che gestisce il sito: il presidente Donato D’Angelo, il direttore tecnico Calogero Alaimo, il consigliere Salvatore Alaimo, il presunto direttore tecnico «di fatto» Alfonso Bruno e Pasquale Di Silvestro, assunto con lo stesso incarico.
Nella lista,anche l’amministratore dello studio chimico ambientale Giuseppe Daniele Pistone; gli amministratori dell’impresa "Fratelli Cultrera", Giuseppe, Antonio e Massimo Cultrera e una serie di imprenditori, titolari di attività che avrebbero conferito illecitamente nella discarica: Salvatore Bonafede, Massimo Barbieri, Francesco D’Alema, Giuliano Costantini, Gaetano Rubino, Anna Maria Rosso, Fabio Borsellino, Tindara Maria Rita Paratore, Antonino Paratore, Francesca Di Gaetano e Gerlando Piparo. E poi ancora: Luciano Dell’Omo, Filippo Oddo, Danilo Ignazio Russo e Fabrizio Giotti, operatori delle imprese che operavano nel sito e avrebbero smaltito i rifiuti in maniera illecita.
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