I giudici Riesame hanno annullato l’ordinanza cautelare emessa nell’ambito dell’operazione «Malebranche» sul crack del gruppo Pelonero, uno dei più grossi della provincia di Agrigento che da decenni opera nel settore della vendita di prodotti casalinghi e da regalo. Tornano liberi i 10 indagati che, all’alba del 30 luglio, erano finiti ai domiciliari per associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta e riciclaggio.
I difensori - gli avvocati Daniela Posante, Giovanni Castronovo, Antonella Arcieri, Chiara Proietto, Santo Lucia, Salvatore Falzone e Giacinto Paci - avevano presentato il ricorso chiedendo l’annullamento dell’ordinanza, emessa dal gip Luisa Turco su richiesta del pm Alessandra Russo, che aveva disposto gli arresti domiciliari per i componenti della famiglia Sferrazza, accusati di avere fatto sparire cinque milioni di euro da un’impresa all’altra attraverso dei fallimenti pilotati, e per la commercialista.
La difesa aveva, fra l’altro, sostenuto che non c'era alcuna associazione a delinquere perché tutti gli indagati erano legati da un rapporto familiare e parentale e che non c'era alcuna esigenza cautelare perché quasi tutte le aziende sono fallite, dunque non più operative, e sequestrate. Le aziende, per il momento, restano sotto sequestro perché la difesa ha impugnato le sole misure cautelari personali.
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