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Agrigento, tangenti al Comune in cambio di licenze: prescrizione cancella le condanne

Cadono in prescrizione le condanne a carico degli indagati su un presunto giro di tangenti all’Ufficio tecnico comunale di Agrigento. "Tutti i reati sono estinti per prescrizione" e il decorso del tempo spazza via l’inchiesta «Self service» su mazzette che imprenditori o professionisti avrebbero dato in cambio di concessioni edilizie.

L’operazione della Digos - al termine di un’indagine durante la quale sono stati intercettati gli uffici del Comune con telecamere nascoste e microspie, oltre che i telefoni degli indagati - era scattata il 29 novembre del 2011. Alcuni degli indagati hanno deciso di patteggiare la pena, per gli altri il processo si è trascinato per le lunghe.

La sentenza di primo grado, addirittura, è stata emessa dal tribunale di Agrigento nel lontano 10 febbraio del 2016 e ci sono voluti 4 anni e 6 mesi per concludere il processo di appello senza che vi sia stata alcuna riapertura dell’istruttoria.

Troppo per non fare prescrivere i reati di corruzione e abuso di ufficio. I giudici, peraltro, hanno rigettato l’appello del procuratore generale che chiedeva di ribaltare la sentenza di assoluzione per singole accuse. A quattro anni di reclusione, in primo grado, era stato condannato l’architetto Luigi Zicari, 68 anni, funzionario dell’ufficio tecnico; 2 anni per l’ex dirigente dello stesso ufficio Sebastiano Di Francesco, 61 anni (ritenuto responsabile di abuso di ufficio ma non di corruzione), e per altri 3 imputati: Pietro Vullo, 50 anni, Roberto Gallo Afflitto, 50 anni, soci di fatto dello stesso studio, e l’imprenditore Gerlando Tuttolomondo, 82 anni.

I giudici avevano condannato anche due vigili urbani - Rosario Troisi, 64 anni, e Calogero Albanese di 60 anni, nel 2010 nella squadra antiabusivismo della polizia municipale - e il veterinario Massimo Lorgio di 50 anni, per una vicenda parallela all’ipotizzato giro di tangenti e relativa ad un falso verbale di controllo eseguito in un cantiere. Troisi era stato condannato ad un anno e 4 mesi, Albanese ad un anno e due mesi e Lorgio a 7 mesi di reclusione. Il principale imputato era l’architetto Zicari, intercettato al telefono mentre contrattava tangenti in cambio di licenze edilizie da parte di tecnici e imprenditori. Dalla ricostruzione dell’accusa, era emerso che le telecamere piazzate dalla polizia immortalavano i passaggi di denaro.

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