Chiesta la condanna dei quattro presunti scafisti che portarono 177 migranti, poi salvati dalla nave Diciotti, al largo di Lampedusa. La proposta arriva dai pm della Dda di Palermo.
Era la sera del 16 agosto del 2018 quando gli scafisti condussero un gommone al largo di Lampedusa con a bordo oltre 177 migranti, soccorsi poi dalla nave della Guardia Costiera italiana «Diciotti». Da quell'episodio scaturì il primo degli innumerevoli bracci di ferro fra governo e magistratura sul fronte immigrazione.
Undici anni e otto mesi di reclusione sono stati proposti per gli egiziani Ahmed Shalaby Farid, 23 anni; Ashraf Abnibrahim, 39 anni e Al Jezar Mahammed Ezet, 24 anni; 4 anni e 10 mesi per Shahalom Mohammod, 26 anni, del Bangladesh. La differenza nella richiesta della pena è motivata dal fatto che il bengalese, durante le indagini, ha avuto un atteggiamento collaborativo.
Dalla stessa vicenda è scaturita l’inchiesta del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio a carico dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona aggravato, per aver impedito lo sbarco della nave Diciotti. Il leader della Lega si «salvò» per la mancata autorizzazione a procedere del Senato.
Gli scafisti, ritenuti componenti di una vasta organizzazione criminale che operava fra più Stati, sono stati riconosciuti dagli altri migranti, una volta arrivati a terra. La Corte di assise di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara con a latere Giuseppe Miceli, emetterà la sentenza il 24 luglio.
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