Utilizzavano un linguaggio di copertura, con termini come “panini” o “pasta”, per nascondere la loro attività di spaccio. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare, richiesta dai pm Gloria Andreoli e Sara Varazi, firmata dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Vella.
Quindici misure cautelari sono state emesse fra Favara, Agrigento e Canicattì: 9 arresti domiciliari, 4 obblighi di dimora, 1 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 1 divieto di soggiorno nel Comune di Agrigento. Due giovani donne – entrambe poste ai domiciliari – le presunte protagoniste del giro di spaccio nella "casuzza" in affitto.
Così la chiamavano nelle intercettazioni e che, investigatori e inquirenti, hanno ritenuto quale “centrale” di cessione degli stupefacenti o la paura d’essere stati scoperti dal proprietario dell’immobile.
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