La banda che avrebbe sfruttato i migranti per 3 euro all'ora, provocando in un caso anche l'aborto di una donna costretta a lavorare in condizioni disumane e senza fermarsi, finisce davanti al giudice per l'udienza preliminare.
Il primo passaggio in aula, davanti al gup di Palermo Rosario Di Gioia, è stato fissato per il 26 maggio. La richiesta di rinvio a giudizio, dopo un braccio di ferro con i colleghi agrigentini che hanno coordinato l'inchiesta, è stata firmata dai pubblici ministeri della Procura di Palermo, Ilaria Di Somma e Calogero Ferrara.
L'indagine, svolta sul campo dai carabinieri, avrebbe accertato l'esistenza di una vera e propria organizzazione per delinquere dedita allo sfruttamento dei braccianti agricoli nelle campagne. L'accusa di associazione a delinquere ha retto fin dal primo pronunciamento al tribunale del riesame che ha
L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia
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