La Procura non impugna la decisione del tribunale di non confiscare la quasi totalità dei beni: diventa, quindi, definitivo il provvedimento della sezione misure di prevenzione, emesso nel settembre scorso, nei confronti dell'imprenditore Diego Gioacchino Lo Giudice, 73 anni, di Canicattì, arrestato e condannato a 10 anni di carcere nell'ambito dell'operazione antimafia «Apocalisse», considerato uno dei «fedelissimi» nonché prestanome dell'ex capo mafia provinciale Giuseppe Falsone.
Il 5 giugno, invece, si discuterà, davanti alla Corte di appello, il ricorso della difesa, affidata all'avvocato Angela Porcello, che chiede la revoca del provvedimento con cui i giudici della prima sezione avevano disposto la sorveglianza speciale per 3 anni e 6 mesi ma anche la confisca di una sola azienda - la Ecolmax - di cui era stata provata l'acquisizione illecita.
Rigettata la quasi totalità della richiesta di confisca dei beni, già oggetto di sequestro nel 2015, avanzata dalla Procura di Palermo: il Tribunale ha, infatti, deciso la restituzione del resto del patrimonio - in gran parte immobili e rapporti bancari riconducibili all'imprenditore - il cui valore è stato stimato in poco più di un milione di euro.
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