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Morì dopo un intervento di angioplastica, chiesti 2 milioni all'Asp di Agrigento

Azienda sanitaria provinciale di Agrigento trascinata in tribunale dagli eredi di una donna morta nel maggio del 2014 dopo aver subito un intervento chirurgico di angioplastica all'ospedale «San Giovanni di Dio».

I familiari della donna chiedono che il giudice dichiari «la responsabilità nella causazione dell'evento per ottenere la condanna al risarcimento del danno quantificato in complessivi 1.950.000 euro». L'udienza è stata fissata al 6 maggio prossimo.

Era il 20 maggio del 2014 quando i carabinieri acquisivano l'originale della documentazione clinica del decesso della paziente ricoverata all'unità operativa di Terapia intensiva il 9 maggio del 2014 e morta lo stesso giorno. Per la donna c'era stato un primo accesso all'ospedale «San Giovanni di Dio» il 25 aprile del 2014. All'epoca, accompagnata dal marito e dalla figlia, la donna si recò all'ospedale di contrada Consolida perché accusava forti dolori al torace e al braccio sinistro. Venne, quel giorno, dimessa con terapia farmacologica domiciliare. L'otto maggio, la donna si è nuovamente recata al pronto soccorso dello stesso presidio ospedaliero dove, dopo essere stata ricoverata d'urgenza in Rianimazione, venne sottoposta ad un intervento di angioplastica e dove, purtroppo, è morta.

Della rappresentanza e difesa dell'azienda sanitaria provinciale di Agrigento si occuperà la compagnia di assicurazione che ha affidato l'incarico all'avvocato Pietro Recupero con studio a Misterbianco. L'Asp di Agrigento ha già deciso di costituirsi in giudizio per ottenere il rigetto delle pretese risarcitorie.

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