
La concessione - rilasciata al titolare dello stabilimento balneare - per l'occupazione di suolo demaniale marittimo è risultata essere scaduta da tempo. Il rinnovo del titolo è stato subordinato, oltre che al pagamento dei canoni concessori, anche alla realizzazione di opere di ripristino che non sono mai state effettuate.
A ricostruire i motivi che hanno portato al sequestro preventivo, ieri, è stata la Capitaneria di porto di Porto Empedocle che è coordinata dal capitano di fregata Gennaro Fusco. I militari, proprio ieri, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo disposto dal gip del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, apponendo i sigilli ad uno stabilimento balneare che si trova sul lungomare Nettuno del Comune di Porto Empedocle.
“Il decreto di sequestro è stato emesso poiché vi è ragione di ritenere che la libera disponibilità dell'immobile - rendono noto dalla Capitaneria di porto - possa aggravare o protrarre le conseguenze dei reati ipotizzati. Il titolo concessorio, rilasciato al titolare dello stabilimento balneare per l'occupazione di suolo demaniale marittimo, risulta essere scaduto da tempo. Il rinnovo del titolo è stato subordinato, oltre che al pagamento dei canoni concessori, anche alla realizzazione di opere di ripristino che non sono mai state effettuate. Quest'ultima circostanza ha comportato l'occupazione abusiva di un'area demaniale marittima di più di 1.000 metri quadrati“.
L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia

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