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Muore dopo un litigio, rito abbreviato per un 29enne di Canicattì

Giudizio abbreviato, quindi niente dibattimento e processo «allo stato degli atti» sulla base delle prove raccolte durante le indagini che si rivelarono particolarmente complesse. È la strategia difensiva degli avvocati Angela Porcello e Diego Guadagnino che, ieri mattina, l'hanno formalizzata all'udienza preliminare nei confronti del ventinovenne Giuseppe Cutaia accusato di omicidio preterintenzionale per avere colpito, sostiene l'accusa, il padre di un amico con cui aveva litigato con alcuni pugni al volto provocandone, nelle ore successive, la morte a causa di problemi cardiaci. Secondo il pubblico ministero Paola Vetro, che ha tirato le fila di una complessa indagine, l'imputato deve essere processato per omicidio preterintenzionale e non per lesioni.

La vittima si chiamava Giuseppe Cacciatore e sarebbe intervenuto in difesa del figlio in occasione di un contrasto con l'imputato. Il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio per questa imputazione dopo che l'indagine, in un primo momento, ipotizzava l'accusa di lesioni personali escludendo, quindi, un nesso fra l'aggressione e la morte.

La vicenda risale al 26 agosto del 2015 quando il ragazzo, secondo la ricostruzione della vicenda, a margine di un incontro per risolvere un litigio precedente avuto con il figlio dell'uomo, avrebbe colpito con alcuni pugni al volto l'uomo che morì poco dopo.

L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.

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