Il cardinale di Agrigento, Francesco Montenegro, si è recato oggi pomeriggio nella casa di fraternità «Maria Immacolata madre della Chiesa», dove sono state sistemate le 13 bare dei migranti morti nel naufragio avvenuto a 6 miglia al largo di Lampedusa.
Presente anche il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella. Le bare sono state tutte sigillate. Il cardinale - accompagnato da don Carmelo La Magra, parrocco di San Gerlando - ha pregato per qualche minuto, «per i nostri fratelli morti». Previsti il trasferimento delle bare e la tumulazione nei cimiteri dell’Agrigentino.
«Non sono morti per caso. Il crocifisso si indentifica con queste morti a mare. Quando Gesù è morto nella croce non ha detto grazie al Padre, ma ha chiesto perchè. Anche questi nostri fratelli hanno chiesto perchè», ha detto il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, davanti alle 13 bare dei migranti - tutte donne - morti nel naufragio avvenuto tra sabato e domenica.
Le bare sono senza nome: sopra una placca di ottone dorato. Solo un numero da 1 a 13 e la data 7 ottobre 2019-Lampedusa. Dopo un momento di raccoglimento in privato alla presenza di rappresentanti delle forze dell’ordine e del procuratore aggiunto Salvatore Vella, il cardinale ha voluto recitare il Padre nostro.
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