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Rifiuti, a Canicattì caccia aperta agli evasori

L'evasione totale della tassa rifiuti a Canicattì è paragonabile ad un pozzo di San Patrizio o per quella minima parte di soggetti individuati alla punta di un iceberg. Non è esagerazione ma la cruda realtà di cui hanno dovuto prendere atto prima degli altri il rinominato assessore all'Igiene ambientale Umberto Palermo e lo stesso sindaco Ettore Di Ventura.

Il capo dell'amministrazione il 9 marzo scorso, alla presentazione della raccolta «porta a porta» dei rifiuti, aveva definito una palese esagerazione l'appunto di dato sottostimato riferito alle 12.400 utenze censite che secondo alcuni avrebbe dovuto essere almeno un 50 per cento in più.

Alla fine ha capitolato ed ha ammesso che è un dato sottostimato e forse irreale. Sta di fatto che dalle prime fasi di distribuzione dei mastelli per la raccolta differenziata al cui ritiro si sono presentati centinaia di utenti non censiti e all'accertamento sul campo delle utenze rifiuti la previsione di 18-20 mila potenziali utenti è apparsa se non veritiera almeno ben fondata.

L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia

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