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Sea Watch, il gip: "Porti chiusi non incidono su obbligo di soccorso". Carola: vince la solidarietà

Carola Rackete

"La decisione assunta dal comandante di Sea Watch risulta conforme alle raccomandazioni del commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa e a recenti pronunciamenti giurisprudenziali". Lo scrive il gip del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, nell'ordinanza con la quale rigetta la richiesta di convalida dell'arresto della comandante della nave della Ong Carola Rackete.

"I porti di Malta venivano esclusi perché più distanti e quelli tunisini perché, secondo la sua stessa valutazione, 'in Tunisia non ci sono porti sicuri", spiega il giudice riferendosi alla scelta della comandante di fare rotta verso Lampedusa.

Le valutazioni della trentunenne tedesca sono condivise dal giudice secondo cui "Malta non ha accettato le previsioni che derivano dalle modifiche alla convenzione Sar del 2004". I porti tunisini, inoltre, secondo quanto deciso dal comandante Rackete, non sono stati ritenuti "conformi alla convenzione di Amburgo".
Il giudice sottolinea che la scelta è stata presa "avvalendosi della consulenza dei suoi legali".

"Ritiene questo giudice che nessuna idoneità a comprimere gli obblighi gravanti sul capitano della Sea Watch3, oltre che delle autorità nazionali, potevano rivestire le direttive ministeriali in materia di 'porti chiusi' o il provvedimento del ministro degli Interni di concerto con il ministero della Difesa e delle Infrastrutture che faceva divieto di ingresso, transito e sosta alla nave, nel mare nazionale, trattandosi peraltro solo di divieto sanzionato da sanzione amministrativa", scrive il gip.

"L'attracco da parte della Sea Watch alla banchina del porto di Lampedusa, che, si ribadisce, era già da due giorni in acque territoriali, - spiega - appare conforme al testo unico sull'immigrazione nella parte in cui fa obbligo al capitano e alle autorità nazionali indistintamente si prestare soccorso e prima assistenza allo straniero rintracciato in occasione dell'attraversamento irregolare della frontiera".

Carola Rackete non nasconde la sua soddisfazione: "Sono sollevata dalla decisione del giudice, che considero una grande vittoria della solidarietà con tutte le persone come i rifugiati, i migranti e i richiedenti asilo, e contro la criminalizzazione degli aiuti in molti paesi in Europa".

La comandante della Sea Watch 3 si dice "molto commossa per la solidarietà espressa nei miei confronti da così tanta gente. Voglio sottolineare - prosegue la capitana - che tutto l'equipaggio della Sea Watch 3 ha reso questo possibile e nonostante che l'attenzione si sia concentrata su di me, è come una squadra che abbiamo tratto in salvo le persone, ci siamo presi cura di loro e le abbiamo portate in salvo".

Infine Carola Rackete rivolge "un grande ringraziamento alla squadra degli avvocati che ha fatto un lavoro fantastico per assistermi".

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