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Il carcere Petrusa di Agrigento nel degrado, il sindacato: "Piove nelle celle e manca l'acqua calda"

Il carcere Petrusa di Agrigento cade a pezzi e gli agenti di polizia penitenziaria lavorano a limite dello stremo. È questa la denuncia  il segretario generale aggiunto dell'Osapp, Domenico Nicotra,  che ha visitato questa mattina la struttura. "Nonostante ci siano stati due interventi di manutenzione dei tetti del carcere ancora piove dentro le celle dei detenuti. L'acqua ha creato anche il corto circuito di un cancello del reparto di infermeria. Questo è un pericolo nel momento in cui i carcerati escono dalle loro celle e potrebbero scappare da quel cancello che deve rimanere chiuso".

Nel carcere di Petrusa non ci sono le docce nei bagni e neanche l'acqua calda per 250 detenuti. "È stato redatto un progetto dall'amministrazione locale del carcere per dotare di docce i bagni, come prevede la normativa del 2000. Il ministero della giustizia dovrebbe stanziare 600 mila euro, ma da anni le richieste cadono nel vuoto. Gli agenti di polizia penitenziaria sono costretti a fare uscire i detenuti dalle celle con ulteriore aggravio di lavoro e di sicurezza", precisa Nicotra.

Il piccolo reparto ospedaliero all'interno del carcere avrebbe bisogno di manutenzione e dal 2017 è chiuso. "Un detenuto ha appiccato il fuoco e per riaprire il reparto ci vorrebbe un piccolo intervento di manutenzione. Questo comporta che ogni volta che un detenuto si fa male deve essere portato con più agenti in ospedale ad Agrigento fuori dalla struttura", spiega Nicotra.

L'Asp di Agrigento - denuncia ancora il sindacato - non manda un radiologo e un dentista nel carcere nonostante ci sia un laboratorio radiologico funzionante ed uno dentistico. "Ogni volta che un detenuto ha bisogno di fare una radiografia o un intervento dentistico il personale di polizia penitenziaria deve accompagnare i detenuti fuori dalla struttura con un grande dispendio di tempo e soldi dello Stato", sottolinea Nicotra.

C'è anche un cancello da dove entra ed esce il personale che dovrebbe essere automatizzato ma non funziona e quindi deve essere "spinto a mano - conclude Nicotra -. Ogni volta che il personale deve entrare e uscire deve attendere che qualcuno da dentro apra e chiuda questo cancello. I cancelli della struttura sono fatiscenti e arrugginiti. Nei locali degli spogliatoi della polizia penitenziaria ci sono grosse macchie di muffa nel tetto, prese non a norma e water divelti. Tutte queste carenze infrastrutturali creano un  aggravio di lavoro nel personale di polizia penitenziaria che spesso è costretto a chiedere giorni di malattia in più. Questa situazione è veramente insostenibile e al limite della sicurezza e della civiltà".

 

 

 

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