Già a metà dello scorso marzo - quando il prefetto Dario Caputo convocò un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per l'emergenza spaccio seguita da scontri fra migranti di diverse etnie - emerse, chiaramente, l'esigenza di intervenire su quelle case abbandonate e diroccate.
Immobili che erano stati trasformati, dai pusher, in dei piccoli depositi di hashish e marijuana.
"Il Comune ci sta lavorando - rendeva, allora, noto il prefetto di Agrigento - perché, per alcune abitazioni, si può risalire alla proprietà e chiedere che vengano adottate misure utili affinché questi stabili non siano più utilizzati per finalità illegittime".
Ieri mattina, alle spalle di piazza Ravanusella, fra le vie Boccerie, Vallicaldi e Cannameli e in tutti quei vicoli ritenuti «quartier generale» dello spaccio, sono arrivati gli operai comunali. Attrezzatura e materiale alla mano, gli operai - «scortati» dai carabinieri - hanno tappato tutti quei buchi che venivano utilizzati come deposito.
L'intervento è arrivato ad una settimana dall'operazione antidroga - denominata "Piazza pulita" - dei carabinieri della compagnia di Agrigento ed ha consentito appunto di mettere "in sicurezza" gli immobili disabitati e usati come "magazzini" di hashish e marijuana.
Come i pusher - del Gambia per la maggior parte - si muovessero era già chiaro alle forze dell'ordine ancor prima del blitz «Piazza pulita». Durante i tantissimi rastrellamenti realizzati da carabinieri e polizia difficilmente veniva trovata droga. Solo qualche immigrato, gettava per strada la "roba" alla vista delle divise.
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