Gli avevano concesso finanziamenti pubblici per 300 mila euro per la realizzazione di opere di miglioramento fondiario, ma dopo aver realizzato il suo progetto imprenditoriale la Regione glieli ha richiesti indietro. Il motivo? La sua attività, secondo l'informativa antimafia interdittiva emessa della Procura di Agrigento, sarebbe stata a rischio di condizionamento mafioso.
Il titolare dell'azienda agricola di Canicattì, un 51enne, si è subito rivolto al Tar Sicilia di Palermo, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Calogero Marino, per l'annullamento, previa sospensione, del provvedimento di revoca del contributo. Richiesta che è stata accolta e che ha evitato il peggio per l'imprenditore siciliano.
L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia
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