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Migranti, Mare Jonio: il comandante Marrone risponde ai pm

La nave Mare Jonio nel porto di Lampedusa

Dopo avere acquisito alcuni filmati del salvataggio dei 50 migranti a largo della Libia e poi approdati a Lampedusa girati a bordo dell’imbarcazione dalla squadra di Mediterranea durante le fasi concitate, gli inquirenti stanno vagliando le testimonianze dell’equipaggio della Mare Jonio che rimane sotto sequestro nel molo commerciale dell’isola; a bordo gli uomini della guardia di finanza stanno svolgendo le attività d’indagine mentre nel comando Brigata si susseguono gli interrogatori.

I pm Salvatore Vella e Cecilia Baravelli, che coordinano l'inchiesta aperta dalla Procura di Agrigento, hanno ascoltato, stamani, il comandante della Jonio, Pietro Marrone, che ha risposto alle domande ricostruendo le fasi del soccorso; il marinaio è l’unico iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e rifiuto di obbedienza a navi militari perché non ha eseguito l'ordine del pattugliatore della Finanza di spegnere i motori quando lo scafo si trovava di fronte all’isola.

Marrone è assistito dagli avvocati Fabio Lanfranca e Serena Romano che si trovano da due giorni sull'isola proprio per studiare la linea difensiva e assistere il comandante che anche ieri è stato in caserma per la firma di atti d’indagine. L'indagato, fuori dalla caserma, ha sostenuto di avere agito nella legalità così come ribadito più volte dalla portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba, e dall’armatore Beppe Caccia, anche lui sull'isola dove sono rimasti in attesa anche gli altri membri dell’equipaggio per essere sentiti dagli inquirenti.

Anche i 50 migranti, che si trovano nel centro in contrada Imbriacola, sono stati ascoltati ma dagli agenti della squadra mobile di Agrigento. Si tratta di africani provenienti da Senegal, Nigeria, Gambia Camerun, Guinea e Benin. «Chi avrà diritto rimarrà in Italia. Chi non avrà diritto seguirà le pratiche dell’allontanamento», dice il ministro degli Interni, Matteo Salvini. A lui replica il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando tra i big sponsor di Mediterranea: «Salvini continua ad avvalersi della sua immunità parlamentare, farebbe bene a fare il ministro dell’Interno anziché fare il promotore di una cultura criminogena e disumana». Quindi aggiunge: «Chiedo a chi sta indagando se non ritiene opportuno estendere anche a me questa indagine perché io mi sento assolutamente complice di questa iniziativa, siamo tutti complici del salvataggio di vite umane».

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