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Fra Agrigento e Porto Empedocle la statale delle frane: vertice d'urgenza. Musumeci: "Roma non ha vigilato"

La strada che da Porto Empedocle porta ad Agrigento a rischio
Avevano destato sgomento le foto di denuncia di Mareamico che lunedì scorso aveva posto l'attenzione sull'erosione della costa agrigentina che sta mettendo in serio pericolo la strada che da Porto Empedocle porta ad Agrigento.

"Ormai le frane distano pochi metri dalla sede stradale ed è a rischio pure una galleria", avevano fatto sapere, aggiungendo che sarebbe stato "necessario effettuare urgentemente uno studio sull'unità fisiografica, da Capo Rossello a Punta Bianca ed agire".

L'appello è stato raccolto dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che ha deciso di convocare una riunione urgente per il rischio di stabilità di un’arteria viaria importantissima come la ‘640’ e allo stesso tempo critica Roma.

"La frana tra Porto Empedocle e Agrigento è l’esempio evidente di come chi dovrebbe vigilare sulle strade statali non lo sa fare - ha dichiarato -. Il Governo nazionale se ne faccia una ragione!".
"Nonostante la competenza sia di altri enti - puntualizza -, la Regione è pronta a intervenire per trovare una soluzione".
Per lunedì 18 marzo, il governatore, nella qualità di commissario di governo contro il dissesto idrogeologico, ha convocato d’urgenza un Tavolo tecnico per individuare le contromisure da adottare. Oltre alla Struttura commissariale ne faranno parte il dipartimento regionale dell'Ambiente, l'Anas, la Protezione civile regionale, il Genio civile, la Prefettura e i Comuni di Agrigento e Porto Empedocle.
Musumeci precisa che "dall'Anas, che ha competenza su questa strada, abbiamo ricevuto una nota soltanto il 20 febbraio scorso: si tratta di un monitoraggio condotto dal 2008 fino al 2017 e che ha messo in evidenza l'esistenza di una falesia che sta arretrando ogni anno di due metri. Né alcuna segnalazione era mai arrivata, prima, dalle amministrazioni cittadine di Agrigento e di Porto Empedocle: è evidente che c'è stata una scarsa attenzione da parte di chi sul territorio è direttamente coinvolto".
La Regione corre dunque ai ripari adottando un piano che parta dalla valutazione se esista un pericolo imminente e pianificare una strategia d'intervento per contrastare i gravi fenomeni che sono in corso.
"Quella dell'Agrigentino, tra l'altro, è una fascia costiera per la quale, attraverso l'Ufficio contro il dissesto idrogeologico, abbiamo già programmato l'elaborazione di un nuovo "Contratto di Costa" per un intervento organico e omogeneo di recupero e di messa in sicurezza", afferma il governatore.
Per Maurizo Croce, soggetto attuatore della Struttura commissariale, "il ruolo di sentinella svolto dalle associazioni ambientaliste resta importante e può trasformarsi in una preziosa sinergia con la Regione per tutelare il territorio. Presto - aggiunge - potremmo programmare un incontro proprio per gettare le base per una più efficace collaborazione".

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