«Il processo diocesano di canonizzazione del giudice Rosario Angelo Livatino ucciso a 38 anni in un agguato mafioso la mattina del 21 settembre 1990, sulla statale che ogni mattina percorreva con la sua auto da Canicattì ad Agrigento, è giunto al termine», lo dice la Curia agrigentina.
I particolare della cerimonia di chiusura saranno illustrati domani alle 11, nella sede dell’Arcivescovado di Agrigento in una conferenza stampa alla quale parteciperanno l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, i componenti del tribunale diocesano insediatosi il 21 settembre 2011, il postulatore don Giuseppe Livatino, omonimo ma non parente del candidato alla canonizzazione e i rappresentanti delle associazioni «Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino» che hanno proposto la figura del giudice ragazzino» all’allora vescovo Carmelo Ferraro che avviò la raccolta di testimonianze subito dopo l’anatema alla mafia di San Giovanni Paolo II a Piano San Gregorio nella Valle dei Templi il 9 maggio 1993 dopo un incontro con Rosalia Corbo e Vincenzo Livatino, anziani genitori del loro unico figlio.
In questi sette anni sono stati sentiti decine e decine di testimoni tra amici, parenti, colleghi e cittadini ma anche i killer del magistrato.
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