AGRIGENTO. La maxi inchiesta che ipotizza una sofisticata rete affaristica attorno a Girgenti Acque, il gestore delle risorse idriche per Agrigento e provincia, approda anche a Bari con due giornate di perquisizioni e interrogatori. La sede della «Deloitte & Touche S.p.a.», una delle maggiori società di revisione contabile in Italia e tra le più importanti al mondo, è stata perquisita dai militari della Guardia di finanza del nucleo di polizia finanziaria e dai carabinieri del nucleo investigativo di Agrigento, su delega della Procura di Agrigento che è diretta da Luigi Patronaggio.
Sono stati sequestrati centinaia di documenti utili per ricostruire le vicende societarie della Girgenti Acque che, dal 2013, ha i propri bilanci certificati proprio dalla Deloitte. Tra i documenti sequestrati alcune fatture hanno attirato l'attenzione dei militari e del Pm Salvatore Vella che ha coordinato le attività in Puglia. Si tratta di decine di fatture per più di 2 milioni di euro, custodite nei locali della Deloitte, che gli inquirenti ritengono false e che avrebbero reso inattendibile il bilancio di Girgenti Acque del 2014. Gli inquirenti avrebbero rinvenuto decine di doppie fatture, aventi lo stesso numero e data di emissione ma oggetto e descrizioni diverse.
Il Pm Vella, con l’ausilio dei consulenti tecnici contabili, ha fatto diversi interrogatori che si sono conclusi con l’iscrizione nel registro degli indagati di un importante socio della «Deloitte & Touche» e di un manager della stessa società. Gli indagati, prima di queste nuove iscrizioni, erano complessivamente 72 fra cui il padre del ministro Angelino Alfano, l’ex prefetto di Agrigento Nicola Diomede, parlamentari, esponenti politici, giornalisti. Le accuse ipotizzate sono: associazione a delinquere, truffa, corruzione, riciclaggio e false comunicazioni sociali. Gli inquirenti hanno ipotizzato diversi casi di corruzioni legate alle assunzioni in Girgenti Acque.
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