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Protesta delle famiglie senza casa a Ribera: bruciate le tessere elettorali

RIBERA. Hanno protestato bruciando le proprie tessere elettorali ieri mattina le famiglie che fino a 6 anni fa occupavano una sessantina di alloggi popolari a Ribera.

Persone costrette all’epoca a lasciare le proprie case, considerate pericolanti dopo che era stata accertata la presenza, negli immobili, di cemento depotenziato. La Regione siciliana finanziò, con 10 milioni di euro, il progetto di demolizione e ricostruzione degli edifici. Tuttavia, dopo 6 anni, le lentezze burocratiche non hanno ancora permesso allo Iacp di Agrigento di sottoscrivere il contratto con l’impresa edile di Catania che nel frattempo si è aggiudicata il relativo appalto.

«Siamo stanchi di aspettare, vogliamo tornare nelle nostre case, domenica non andremo a votare», hanno detto gli ex residenti degli alloggi, ubicati nel quartiere di San Francesco a Ribera. «Questi cittadini hanno ragione, la situazione è assurda», ha detto il sindaco Carmelo Pace. «Mi risulta, comunque - ha aggiunto - che ormai manca poco all’inizio dei lavori». In questi 6 anni il comune di Ribera ha erogato un contributo per sostenere il pagamento dell’affitto delle famiglie interessate, costrette a cercarsi un’altra casa.

Alloggi pericolanti che, nel frattempo, pur sprovvisti di allacci idrici e fognari, sono stati occupati da alcuni degli immigrati che lavorano nelle campagne di Ribera.

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