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Scarti della molitura, fiumi Magazzolo e Naro a rischio inquinamento

AGRIGENTO. I mesi della molitura sono ancora una volta dei fendenti sferrati contro l’ambiente per la provincia agrigentina. Come documenta l’associazione ambientalista MareAmico, che evidenzia l’inquinamento nel fiume Magazzolo e il fiume Naro che sfocia anche nel mare di San Leone. Un inquinamento che ha mandato in tilt anche i depuratori di Favara, Campobello di Licata e Caltabellotta. A confermare un quadro negativo sono anche le prime verifiche effettuate dal Corpo forestale della giurisdizione di Agrigento non è affatto positivo, anche se non ancora concluso.

Anzi, la nuova legge nazionale, il decreto 264 del 2016 che classifica il liquido di scarto della molitura, come un sottoprodotto che può essere usato come fertilizzante, sembra aver dato un’arma in più a coloro che non vogliono seguire le regole del giusto smaltimento dell’acqua di vegetazione. Fatta la legge, trovato l’inganno: grazie al nuovo decreto infatti, il liquido di scaro può essere sversato sui terreni per i quali gli oleifici hanno l’autorizzazione, ma questo dovrebbe essere fatto per un certo numero di litri per ettaro, e con il metodo di irrogazione, un processo del quale è difficile verificarne la liceità.

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