
CAMASTRA. «Giuseppe Meli ci sconsigliò di candidarci, ci fece capire che avremmo potuto avere problemi e in qualche modo ci disse che non avremmo dovuto portare i voti al candidato a sindaco Gaetano Provenzani». Le minacce, come scrive il Giornale di Sicilia, appaiono un po’ più velate rispetto a quanto dichiarato durante le indagini preliminari alla squadra mobile ma i due aspiranti consiglieri comunali di Camastra, Carlo Ninfosi e Salvatore Todaro, in qualche modo confermano l’ipotesi di un condizionamento della criminalità organizzata alle elezioni comunali che, nel 2013, portarono all'elezione del sindaco Angelo Cascià che sarebbe stato sostenuto (non si ha, comunque, notizia di indagini nei suoi confronti) dalla famiglia mafiosa dei Meli.

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