AGRIGENTO. «Tangenti all'Agenzia delle Entrate»: in sette, su ventiquattro imputati, chiedono il giudizio abbreviato. Niente decisione sul rinvio a giudizio, quindi, ma si passerà direttamente alla requisitoria del pubblico ministero Andrea Maggioni che formulerà le richieste conclusive di condanna o assoluzione.
È iniziata subito con uno «scossone» l'udienza preliminare, davanti al gup Giuseppe Miceli, scaturita dall'inchiesta «Duty free» che ipotizza un giro di tangenti, talvolta anche di modesta entità, in cambio di favori o annullamenti di sanzioni tributarie.
Il rito alternativo, fra gli altri, è stato chiesto dall'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate di Agrigento, Pietro Pasquale Leto, e dall'imprenditore Marco Campione. Stessa scelta processuale per Francesca Leto (figlia dell’ex direttore), per tre funzionari dell’ufficio (Aurelio Bruno, Francesco Caci e Antonino Migliaccio) e per l’imprenditrice Vincenza Maria Lombardo, 51 anni, titolare di un noleggio di auto. L’operazione “Duty free” (tradotto dall’inglese “niente imposte”) scaturisce da un’indagine molto più vasta, condotta sul campo dalla Guardia di Finanza e scattata nel 2012, che ha colpito al cuore l’ufficio delle Entrate di Agrigento.
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