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"Arnone andava arrestato", la Procura presenta ricorso in Cassazione

Giuseppe Arnone con i suoi avvocati dopo la scarcerazione

AGRIGENTO. «Il comportamento dell’indagato, tutto incentrato su minacce di distruzione della reputazione privata e professionale della persona offesa Francesca Picone, ha posto quest’ultima di fronte alla secca alternativa: pagare o patire una campagna mediatica denigratoria e calunniosa potenzialmente distruttiva».

I pm tornano all’attacco e chiedono alla Cassazione di arrestare nuovamente l’avvocato Giuseppe Arnone. Il professionista, noto in Sicilia anche per i suoi trascorsi di politico di sinistra, il 12 novembre è stato bloccato in flagranza di reato dalla squadra mobile subito dopo avere intascato due assegni, per un importo di 14 mila euro, dalla collega Francesca Picone.

La Procura insiste sulle sue tesi e presenta un ricorso di 23 pagine firmato dal capo dell’ufficio Luigi Patronaggio, dal suo vice Ignazio Fonzo e dai pm Carlo Cinque e Alessandro Macaluso.

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