AGRIGENTO. «Mi mandano Gerlandino Messina e Matteo Messina Denaro, dovete fare una colletta e pagare». Il messaggio, decisamente ambizioso sul piano criminale, arrivava dopo il ritrovamento del più classico ricatto del racket mafioso: il ritrovamento della colla sui lucchetti dei negozi. Dopo la condanna in primo grado arriva la conferma in Corte di appello: il sessantunenne Ignazio Natalello aveva puntato decisamente troppo in alto ma le presunte vittime dei suoi tentativi di estorsione non hanno ceduto e, probabilmente, non gli hanno mai creduto fino in fondo. I giudici di appello hanno confermato la sentenza del gup Alfonso Malato che gli aveva inflitto due anni e due mesi di reclusione per l’accusa di tentata estorsione. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DI AGRIGENTO DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE