RAFFADALI. «L' inchiesta non può essere archiviata perché è necessario fare chiarezza sulle effettive modalità di svolgimento del fatto». Il gip Alfonso Malato, per la seconda volta, non accoglie la richiesta della Procura della Repubblica che voleva chiudere il caso dell' incidente che costò la vita al povero Antonino Tuttolomondo, 21 anni, morto il 15 maggio del 2013, otto giorni dopo essersi schiantato contro un muro dopo avere perso il controllo del suo quad. In un primo momento a tutti era sembrato un incidente autonomo.
Il nonno del giovane, fin dall' inizio, sollecitò le prime indagini sostenendo che nell' incidente mortale - avvenuto nel centro di Raffadali era stato coinvolto un secondo mezzo. L' uomo, per ben due volte, si è opposto alla richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero Santo Fornasier e il giudice gli ha dato ragione. Il giudice, per due volte, ha ascoltato in aula le tesi del pm, dell' avvocato Aldo Virone, difensore dell' automobilista, Alessio Giuseppe Puglisi, 23 anni, che hanno insistito per la richiesta di archiviazione, e del difensore del nonno del ragazzo, l' avvocato Salvatore Pennica, che si è opposto all' archiviazione.
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