LICATA. Gianluca Mantia, 36 anni, portavoce del comitato degli abusivi di Licata, arrestato e finito a processo per direttissima dopo gli scontri con le forze dell' ordine del 23 maggio, chiede scusa. Lo ha fatto con una lettera, datata 23 settembre e indirizzata al dirigente del commissariato di Licata, Marco Alletto, colpito da un altro manifestante con un pugno al volto, e ai carabinieri.
Mantia, finito a giudizio con altri quattro contestatori, chiede la cosiddetta "messa alla prova". L' istituto, previsto da una recente normativa, prevede la sospensione del processo per lo svolgimento di un "programma di trattamento" di pubblica utilità. In caso di esito positivo il reato si considera estinto. Lo stesso pubblico ministero Francesco Battaglia ha dato parere favorevole.
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