AGRIGENTO. A processo per tre omicidi di mafia. L’ex killer Luigi Putrone, da tempo collaboratore di giustizia, si è autoaccusato dei delitti su cui la giustizia si era già espressa condannando altri imputati. Il cinquantacinquenne empedoclino, catturato dai carabinieri nel 2005 in Repubblica Ceca, ha raccontato di avere avuto un ruolo nell’uccisione di Giuseppe Lo Zito, Ignazio Filipazzo e Roberto Papia.
Ieri mattina è iniziata l’udienza preliminare davanti al gup di Palermo, Lorenzo Matassa. I familiari delle vittime (assistiti dagli avvocati Luigi Troja, Irene Eballi, Salvatore Virgone e Leonardo Cusumano) si sono costituiti parte civile. Il difensore di Putrone, l’avvocato Manfredo Fiormonti, ha annunciato che chiederà il giudizio abbreviato. Si torna in aula il 13 luglio, giorno in cui potrebbe esserci la requisitoria del pm della Dda Alessia Sinatra. L’omicidio di Giuseppe Lo Zito è avvenuto quasi trenta anni fa, il 18 luglio del 1987, ad Agrigento. Fu il classico delitto maturato nell’ambito della guerra fra Cosa Nostra, di cui Putrone faceva parte e all’epoca era un giovane affiliato in cerca di prestigio, e la Stidda, cosca rivale. Il contrasto generò centinaia di morti. A sparare materialmente i due colpi di fucile che uccisero la vittima fu Salvatore Fragapane.
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