SCIACCA. Giuseppe Marciante ha ammesso lo spaccio di droga, ma respinto l'accusa di violenza sessuale su minore. Lino Conticello, al quale viene contestata soltanto la violenza sessuale su minore, si è dichiarato estraneo ai fatti che gli vengono addebitati. I due saccensi, prncipali indagati dell'operazione "Pitbull", svolta dai carabinieri della compagnia di Sciacca, restano in cella.
Al termine degli interrogatori di garanzia, che si sono svolti ieri nel carcere di Sciacca, il giudice per le indagini preliminari, Roberta Nodari, ha confernato le misure cautelari, rigettando le richieste di revioca che erano state avanzate dai difensori, gli avvocati Giovanni Forte per Marciante e Liborio Danna per Conticello. Il primo ad essere interrogato, poco dopo le 9,30, è stato Marciante. «Ha ammesso lo spaccio - dice l'avvocato Forte - ma con i fatti che riguardano il minore lui non ha niente a che fare. L'accusa nei suoi confronti si basa su una telefonata che ha avuto con la madre del ragazzo, ma non c'è stato assolutamente nulla. Lui ha detto che con questa storia del ragazzo non c'entra nulla». Più complicata la vicenda che riguarda Lino Conticello. L'elettricista, durante l'interrogatorio di garanzia, avrebbe ammesso di avere ospitato il minore, ma soltanto questo. Avrebbe respinto l'accusa di violenza sessuale che gli viene contestata. Si è difeso, ma per il gip rimangono sussistenti le esigenze cautelari ed ha confermato la custodia in carcere. Il giudice Nodari e l'avvocato Danna ieri hanno lasciato il carcere poco prima delle 15.
DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia