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Sbarco a Siculiana, trovato un altro cadavere

Subito dopo lo sbarco del 19 febbraio, due furono le salme avvistate a pochi metri dalla riva. Una venne recuperata subito. L’altra si «perse» al largo

SICULIANA. Per tre giorni, dopo lo sbarco dello scorso 19 febbraio, i sommozzatori dei vigili del fuoco di Palermo hanno scandagliato le acque antistanti alla spiaggia di Torre Salsa, le motovedette della Guardia costiera e un velivolo hanno, costantemente e capillarmente, setacciato tutta l'area, senza però arrivare a nessun risultato. Ieri, 14 giorni dopo quel tragico sbarco, è stato il mare a restituire la salma del migrante annegato.

A ritrovarla sulla battigia sono stati i carabinieri della stazione di Siculiana. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, è di un uomo, di circa trenta anni. Perché i carabinieri di Siculiana, coordinati dal comando compagnia di Agrigento, in realtà, non hanno mai smesso di dare "un'occhiata", ossia di continuare a cercare tracce ed indizi e di continuare a setacciare tutto l'arenile e le zone circostanti. La salma è stata portata alla camera mortuaria del cimitero di Siculiana dove rimarrà a disposizione delle decisioni e degli esami che la Procura vorrà disporre.

Subito dopo lo sbarco del 19 febbraio, due furono le salme avvistate a pochi metri dalla riva. Una venne recuperata subito. L'altra - quella recuperata ieri - a causa del mare in risacca fu portata al largo. Quel giorno, 15 furono i tunisini - fra cui 5 minorenni - che vennero bloccati dai carabinieri subito dopo l'approdo. Alcuni sostennero che sul barcone, ancora sotto sequestro, erano in 25, altri, invece, che s'erano imbarcati in 40. Nessuno dei 15 disse, però, quante persone fossero cadute in acqua.

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