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Agrigento, il folclore della sagra nel segno dell'Unesco

AGRIGENTO. Arte e cultura. Non sarà soltanto tradizione, ossia all'insegna del folk internazionale - visibile anche dal cielo con i paracadutisti in abiti caratteristici che si lanceranno dagli elicotteri e con un dirigibile che immortalerà i momenti più importanti - . La settantunesima edizione della Sagra del mandorlo in fiore - interpretando il binomio di "arte" e "cultura" - avrà il "patrocinio" dell'Unesco. Ad Agrigento arriverà il gruppo folk, riconosciuto, appunto, patrimonio dell'umanità dei Dervisci roteanti ed il 20 febbraio sarà "ospitato" e, dunque, visibile il Salvator mundi del Bernini.

In esclusiva - e fuori concorso - arriveranno e si esibiranno alla sala Zeus del museo San Nicola e al teatro Pirandello i Dervisci roteanti, monaci musulmani che comunicano con la divinità attraverso la danza. I Dervisci, considerati dall'Unesco patrimonio intangibile dell'umanità, anche ad Agrigento ruoteranno su se stessi, in una danza ipnotica, oscillando sulla punte delle prime due dita del piede sinistro con un movimento a semi cerchio in due tempi.

Il primo arco discendente rappresenterà, come è nel loro stile, la creazione e proviene da Dio; il secondo ascendente raffigura, invece, la comunione spirituale. E' una danza che viene eseguita rivolgendo il palmo di una mano verso l'alto, a ricevere la parola di Dio e l'altro verso la terra per trasmetterla ai fedeli. Lo scorso aprile, l'insolita comitiva di Istanbul è stata ad Assisi ed ha poi preso parte anche all'udienza generale di papa Francesco in piazza San Pietro. Meno di un anno dopo, i Dervisci torneranno a chiedere la "pace".

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