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Girgenti Acque, il Riesame: "Su Campione ipotesi, non prove"

«La tesi dell’accusa rimane una teoria investigativa». Al centro dell’indagine un’assunzione, «ma non ci fu corruzione»

AGRIGENTO. «Allo stato la tesi dell’accusa rimane una mera ipotesi investigativa».

I giudici del tribunale del riesame di Palermo hanno depositato le motivazioni del provvedimento con cui il 28 dicembre sono stati revocati gli arresti domiciliari all’imprenditore Marco Campione, legale rappresentante di Girgenti Acque, accusato di avere corrotto il direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate, Pietro Pasquale Leto, assumendogli la figlia alle dipendenze della sua azienda.

L’operazione “Duty free” è scattata il 10 dicembre con undici arresti fra carcere e domiciliari. Sia la Procura che la difesa valutano adesso il ricorso in Cassazione.
Motivazioni “speculari a quelle della scarcerazione di Leto”.

Insieme a Campione, difeso dagli avvocati Diego Galluzzo e Lillo Fiorello, finì agli arresti domiciliari il direttore dell’Agenzia delle Entrate per accuse analoghe. Il Riesame li ha scarcerati entrambi e ha motivato i due provvedimento in tempi diversi (il provvedimento di Leto è stato scritto molti giorni prima) ma con motivazioni sostanzialmente speculari.

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