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L’allarme per il favismo si allarga ad Agrigento, divieto di coltivazione

AGRIGENTO. Il divieto di coltivazione e vendita di fave e piselli si amplia. Il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, integrando il divieto già disposto a metà ottobre ha - accogliendo le richieste degli interessati, ossia degli agrigentini affetti da deficit G6PD, ossia favismo, - disposto che non vengano coltivate fave e piselli, né vendute, nelle aree adiacenti, per una estensione di 300 metri lineari, in viale Leonardo Sciascia, lungo la statale 115 che attraversa il Villaggio Mosè, alla rotatoria Giunone-via Panoramica dei Templi e nel tratto della statale 115, rotatoria Giunone, svincolo per Monserrato.

Il divieto si allarga, dunque, a macchia d'olio perché vi sono bambini ed adulti affetti da "favismo", ossia dalla disfunzione congenita, con carattere ereditario, che provoca un'improvvisa distruzione dei globuli rossi e quindi anemia con conseguente ittero. Già lo scorso ottobre, il divieto era stato esteso anche alla via Piersanti Mattarella, a trecento metri dal liceo scientifico "Politi", e alla vie Panoramica dei Templi e Passeggiata archeologica, nonché al raggio di trecento metri da ospedali e strutture sanitarie come le guardie mediche della città.

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