RIBERA. È iniziato il processo d'appello a Gianfranco Termine, di 26 anni, di Ribera, condannato, in primo grado, a 7 anni e 6 mesi di reclusione, con il rito abbreviato, per tentato omicidio nei confronti dell'ex fidanzata e porto abusivo di coltello.
Il giovane, l'11 gennaio del 2013, ha accoltellato la ragazza nei viali del cimitero di Ribera. La Corte di Appello di Palermo lunedì 21 dicembre affiderà un incarico a un collegio di periti, due psichiatri, chiamati a decidere in merito alla capacità di intendere e di volere del giovane al momento del fatto. La svolta nel processo di primo grado è stata la perizia disposta dal giudice, Giuseppe Miceli. Secondo i periti Termine era capace di intendere e di volere al momento del fatto. La perizia è giunta a conclusioni diverse rispetto alla consulenza della difesa, affidata allo psichiatra Paolo Li Bassi, dalla quale si evince, invece, che Termine non era capace di intendere e di volere quando, l'11 gennaio del 2013, colpì la ragazza, lasciandola a terra, in una pozza di sangue. E la consulenza della Procura "indicava otto patologie - sottolinea il difensore di Termine, l'avvocato Serafino Mazzotta - giungendo, anche questa, a conclusioni diverse rispetto al perito nominato dal giudice».
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