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Canicattì, rubate olive nel terreno confiscato alla mafia

CANICATTI'. Furto di olive ancora attaccate alle piante in contrada Cuccavecchia su un terreno confiscato all'imprenditore Calogero Di Caro di Canicattì più volte condannato per associazione mafiosa. La scoperta del furto ieri mattina quando una squadra di operai della cooperativa sociale «Lavoro e non solo» è arrivata sul posto per procedere con la programmata raccolta delle olive su invito dell'amministrazione comunale.

L'appezzamento di terreno di un paio di ettari con alcune centinaia di piante di olivo ormai secolari è stato assegnato dall'Agenzia Nazionale che gestisce i beni confiscati all'amministrazione comunale già da diversi mesi. Il ritardo nell'assegnazione e nella più diretta custodia del bene può aver favorito i ladri che ritenendo abbandonato l'oliveto, che costeggia la strada provinciale per Licata, hanno agito indisturbati e per almeno un paio di giorni, alla luce del sole. Per il tempo necessario alla raccolta, avvenuta durante le ore del giorno, ed anche alla separazione delle olive dai rami e dalle foglie degli alberi nessuno si è interessato a loro né tantomeno le persone presenti nella zona, dove Di caro ha alcuni ettari di terreno compreso un'altro oliveto, hanno ritenuto stranea questa presenza avvertendo il sindaco e le forze dell'ordine. Ieri mattina la brutta sorpresa che ha raggiunto il sindaco Corbo e i vertici delle forze dell'ordine cittadine mentre stavano partecipando alle iniziative del IV novembre. Anche Calogero Parisi presidente della cooperativa «Lavoro e non solo» è stato avvertito per telefono mentre si trovava a Corleone per partecipare ad un convegno antimafia.

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