LICATA. Sei anni di reclusione, 900 euro di multa e trasmissione degli atti alla Procura per indagare formalmente per falsa testimonianza un amico dell’imputato e il titolare di un locale di Licata che avrebbero mentito in udienza.
Sono le richieste del pubblico ministero Salvatore Vella nei confronti di Angelo Antona, pasticcere ventisettenne di Licata arrestato il 30 giugno dell’anno scorso con l’accusa di minaccia, stalking, sequestro di persona, violenza sessuale, lesioni aggravate e furto. Antona, secondo l’accusa, avrebbe costretto per quattro anni una donna di undici anni più grande ad avere rapporti sessuali con lui.
In una circostanza il pestaggio sarebbe stato così brutale da rendere la donna quasi irriconoscibile. Ieri mattina, davanti al collegio di giudici presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni (con a latere Michele Còntini e Agata Anna Genna), il pm Vella ha illustrato la sua requisitoria e al termine ha chiesto la condanna per tutti i capi di imputazione ritenendo anche che due testimoni, ascoltati durante il dibattimento, iniziato meno di un anno fa, avessero raccontato il falso e andassero quindi denunciati formalmente. Antona (difeso dall’avvocato Santo Lucia) è stato arrestato da polizia e carabinieri al termine di un’indagine durata una settimana. La donna si era presentata alla stazione dei carabinieri di Licata, denunciando l’ennesimo atto di violenza che avrebbe subito.
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