AGRIGENTO. Non scenderanno in piazza né si metteranno davanti alle ruspe, ma sono pronti a ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo gli "abusivi" agrigentini che fra non molto dovrebbero vedere cadere giù le loro case nell'area della valle che per anni hanno difeso con i denti. Non ce l'hanno con la Procura della Repubblica di Agrigento che ha notificato e sollecitato al Comune di ottemperare al provvedimento finalizzato alla demolizione, entro trenta giorni, degli immobili abusivi ricadenti in zona archeologica.
«Sono adempimenti di legge e quindi vanno osservati. Nessuno può mettere in dubbio la legge», ha detto l'ex consigliere comunale Michele Mallia, per anni chiamato "leader degli abusivi", spiegando che, a conclusione del percorso che dovrebbe portare fra non molto alle demolizioni, lo strumento al quale ricorreranno adesso gli abusivi sarà quello del ricorso alla Cedu di Strasburgo come è avvenuto per l'ecomostro di Punta Perotti a Bari dove lo Stato è stato poi costretto a pagare un maxi risarcimento ai costruttori.
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