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IL CASO

Sciacca, polemiche sulla soppressione del tribunale

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SCIACCA. È arrivata al palazzo di giustizia nel 1992 come sostituto procuratore, nel 1996 è stata trasferita alla Pretura circondariale e dal 1999 è giudice del Tribunale. Dopo 23 anni Cinzia Alcamo lascia la sede giudiziaria saccense. Da settembre si insedierà alla sezione Lavoro del Tribunale di Palermo. Un periodo lunghissimo quello trascorso a Sciacca dal magistrato trapanese, passato anche per un paio di revisioni delle circoscrizioni giudiziarie che hanno fatto tremare il palazzo con rischio di soppressione.

«Gli uffici giudiziari andavano mantenuti e ne sono pienamente convinta – dice Cinzia Alcamo –. Non solo per la presenza dell’organizzazione mafiosa nel territorio, e questo sappiamo che ha favorito la scelta del mantenimento di questa sede giudiziaria, ma anche perché si tratta di un importante presidio di legalità. E poi qui si lavora con grande serenità e con entusiasmo. C’è un ottimo rapporto con gli avvocati. Direi che questo Tribunale può essere paragonato a una famiglia». Il rischio soppressione, però, è stato forte nel passato e c’è chi ritiene che anche per il futuro non sia scontato il mantenimento del presidio giudiziario.

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