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Lavoratori in piazza per salvare le Terme di Sciacca

Per il commissario: «È giusta l’idea della Regione del bando per privatizzare la società». È polemica per la scarsa presenza alla manifestazione

SCIACCA. Poco meno di 300 persone, una partecipazione non certo massiccia, ieri mattina, al corteo organizzato dal comitato «Salviamo le Terme», per tenere alta l'attenzione su quest'enorme patrimonio della città che da anni perde terreno. In prima fila gli stagionali, una quarantina di lavoratori il cui posto è a rischio, e con loro una rappresentanza di amministratori comunali, i sindaci di Sciacca, Fabrizio Di Paola, e di Ribera, Carmelo Pace, molti consiglieri saccensi ed i parlamentari Angelo Capodicasa e Maria Iacono. «Speravamo in una partecipazione più ampia - ammette Giulio Venezia, del comitato organizzatore - ma c'erano tanti giovani e questo ci fa ben sperare per il futuro».

Per Alberto Sabella, segretario provinciale della Cisal, «mancavano soprattutto i commercianti che forse non hanno capito che le presenze legate alle terme possono migliorare anche la condizione delle loro attività». E Salvatore Baio, uno degli stagionali delle terme, aggiunge: «Purtroppo in questa città ci si mobilita adeguatamente solo per il carnevale. Qui non è in discussione solo il nostro posto di lavoro, ma anche quello dei nostri figli, di tutti coloro che potrebbero avere un futuro migliore grazie alle terme». Per Massimo Raso, segretario provinciale della Cgil: «La Regione deve dare garanzie agli stagionali. In questo non ho condiviso le dichiarazioni dell'assessore regionale al Turismo». Franco Castronovo, della segreteria provinciale del sindacato: «La nostra battaglia per le terme continuerà. Il lavoro che c'è bisogna salvaguardarlo».

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