AGRIGENTO. Si è tenuta davanti al Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, l'udienza preliminare di carattere straordinario, che vede imputati undici persone tra dirigenti, vertici ed ex amministratori del Consorzio Asi, accusati a vario titolo dei reati di peculato e abuso d'ufficio continuati ed in concorso tra loro.
Il Gup ha fissato per il 13 febbraio prossimo la data degli interrogatori, rigettando un'eccezione sulla notifica di avvio dell'udienza formulata dall'ex presidente dell'Asi di Agrigento, Stefano Catuara.
Tra gli imputati in udienza preliminare ci sono lo stesso Catuara, gli ex dirigenti dell'area tecnica e contabile, Salvatore Callari e Rosario Gibilaro, alcuni componenti del comitato direttivo, tra cui Giuseppe Sorce, e altri cinque amministratori pubblici.
Il Giudice ha accolto la costituzione di parte civile del Consorzio Asi di Agrigento in liquidazione, presente in aula con il legale rappresentante, Alfonso Cicero, presidente dell'Irsap.
Le richieste di costituzione di parte civile dell'Irsap e di Confindustria Centro Sicilia non sono state accolte in quanto il Giudice ha rilevato che la data di costituzione dell'Ente e dell'associazione sono successive al reato contestato.
Tra gli illeciti contestati dalla Procura agli ex vertici dell'Asi agrigentina, l'aver aumentato illecitamente il compenso dell'allora presidente, Stefano Catuara, che non si astenne dalla delibera, l'abuso d'ufficio per il passaggio del direttore generale Antonino Casesa da dirigente di terza a prima fascia, l'aumento dei compensi del nucleo di valutazione e del comitato direttivo, gli incarichi legali a diversi avvocati, tra cui uno dello stesso studio di Catuara, per un ammontare di circa 300 mila euro.
La Procura contesta agli ex vertici Asi anche l'acquisto di panettoni, spumanti, bouquet di fiori, banchetti, gadget e finanche 24 metri di marmo di Carrara mai inventariato dall'Ente. La Procura contesta il peculato a Catuara per contributi alla cassa forense e rimborsi chilometrici a carico del Consorzio.
Ammonterebbe infine a circa 450 mila euro il «danno ingiusto» patito dal Consorzio Asi per incarichi di progettazione e lavori pubblici in assenza di copertura finanziaria e in violazione di legge.
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