FAVARA. Proseguono senza sosta le indagini da parte dei carabinieri di Favara e del comando provinciale di Agrigento per cercare di fare piena luce sull'omicidio di martedì sera allorché è stato freddato a colpi di pistola un commerciante all'ingrosso di bibite, Carmelo Bellavia, 51 anni compiuti lo scorso dicembre. L'esecuzione è avvenuta nel magazzino che aveva preso in affitto nell'estate scorsa in via Fausto Coppi, a poche decine di metri dalla sua abitazione in via Sergio Leone, e dove teneva accatastate le bevande pronte per essere recapitate a bar e pizzerie.
Sin dal primo momento è stato etichettato come omicidio di mafia anche per i trascorsi giudiziari di Bellavia. Il killer o i killer hanno scaraventato sul corpo della vittima designata sei colpi tutti andati a segno tra il busto e il fianco non dandogli alcuna possibilità di scampo. A terra sarebbero stati ritrovati sei bossoli. L'uomo è rimasto esanime all'interno del magazzino fin quando, dopo gli i rilievi operati dai carabinieri in camice bianco e l'intervento del sostituto procuratore Matteo Delpini, non è stata disposta la rimozione. Il cadavere è stato trasportato presso la camera mortuaria dell'ospedale "San Giovanni di Dio" di Agrigento in attesa che venga nominato il consulente che dovrà eseguire l'autopsia. Tra le notizie che vanno emergendo sembra che il sistema di videosorveglianza posto sopra la saracinesca del locale dove è avvenuto l'omicidio non funzionasse.
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