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Omicidio a Licata, 4 colpi per uccidere il giovane

Eseguita ieri, nel cimitero di Piano Gatta ad Agrigento, l’autopsia sul cadavere: i fori sull’addome provocati da proiettili

LICATA. Iniziata alle17, è terminata solo nella tarda serata l’autopsia sul cadavere rinvenuto mercoledì scorso in una villa abbandonata di contrada Nicolizia. L’ha eseguita Cataldo Ruffino, medico legale dell’Università di Catania, nominato dal pm Salvatore Vella che coordina le indagini sull’omicidio condotte dagli agenti del commissariato di polizia di Licata e da quelli della squadra mobile di Agrigento, diretti rispettivamente da Angelo Cavaleri e Giovanni Minardi. L’esame è stato molto lungo, considerato che sono tanti gli aspetti che la magistratura conta di chiarire proprio grazie all’autopsia.

Secondo indiscrezioni dall’esame sarebbe emerso che ad uccidere il giovane sono stati (oltre ai numerosi colpi di spranga con i quali gli è stato fracassato il cranio), almeno quattro colpi di arma da fuoco (da stabilire se si tratta di fucile o pistola). Ciò confermerebbe la presenza di quattro fori all’addome, e di tantissimo sangue nelle immediate vicinanze del cadavere. L’autopsia, inoltre, dovrà chiarire se sul corpo in avanzato stato di decomposizione ci sono tracce di sevizie. Il cadavere, infatti, pare presentasse anche segni di coltellate. Prima dell’inizio dell’esame autoptico, eseguito nel cimitero di Piano Gatta, ad Agrigento, il medico legale ha prelevato dalla salma campioni di tessuto, utili ad eseguire l’esame del Dna, per scoprire se il cadavere è davvero quello di Angelo Truisi, il licatese di 22 anni scomparso il gennaio scorso.

 

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