NARO. Alle 9.30 del mattino, in punto, il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, varca il portone d’ingresso dell’antico convento che ospita il Comune di Naro. «Sono qui – è il commento del prefetto – per portare al sindaco di Naro la solidarietà personale, e per l’incarico che ricopro, per il gravissimo gesto di cui è stato vittima. In casi come questi il danneggiamento provoca un doppio effetto negativo, infatti non solo mira ad intimidire un amministratore pubblico, ma finisce per turbare anche i suoi affetti».
L’intimidazione a Lillo Cremona, piuttosto che di notte come accade in casi come questi, è stata posta in essere nel tardo pomeriggio, quando c’è ancora tanta gente in giro, per strada. In due, probabilmente arrivati a piedi perché solo una scala dà accesso all’abitazione della famiglia Cremona, hanno poggiato davanti il portone d’ingresso una bottiglia di detersivo piena di benzina, poi hanno appiccato il fuoco che ha distrutto il rivestimento in legno del portone. «Uso parole semplici, ma ritengo efficaci – ha aggiunto il prefetto di Agrigento – per descrivere la tipologia dell’intimidazione subita dal sindaco. Un episodio sgradevole, brutto, antipatico, che mina la serenità di una persona e dei suoi cari. E’ vergognoso rompere l’equilibrio tra il mondo degli affetti e l’attività di un politico». Il prefetto Diomede, insieme al sindaco Cremona, ai componenti la giunta, al colonnello dei carabinieri Andrea Azzolini ed al capitano dell’Arma Marco Currao, per poco più di mezz’ora è rimasto chiuso nella stanza del segretario comunale per commentare l’accaduto e decidere quali azioni intraprendere.
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