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Senza i fondi dell’ex Provincia l'Università di Agrigento chiuderà

Corsa contro il tempo per la sopravvivenza, a rischio l’istruzione di circa tremila studenti. Molta attesa una legge in deroga della Regione

AGRIGENTO. Il futuro dell’Università agrigentina è nelle mani del commissario straordinario dell’ex Provincia, Alessandra Di Liberto. Un filo sottile lega la sopravvivenza del Cupa al funzionario regionale, che non ha inserito in Bilancio il finanziamento di 750 mila euro decretando, di fatto, la soppressione del polo distaccato dell’Ateneo palermitano. “Siamo nelle mani del commissario – ha spiegato ieri, al termine di un lungo ed articolato Consiglio d’amministrazione, la presidente del Polo, Maria Immordino. Soltanto la revoca della delibera che dispone la fuoriuscita dall’ente, con la conseguente perdita del finanziamento – spiega la preside – può far si che le lezioni continuino in contrada Calcarelle.

In questo senso è importante l’azione della Regione, che in attesa della legge per il riordino della formazione in Sicilia, annunciata dall’assessore all’Istruzione, Mariella Lo Bello, dovrebbe autorizzare la Provincia ad utilizzare parte dell’avanzo di amministrazione, dando la possibilità di sforare il patto di stabilità. Significa che paradossalmente la Provincia ha a disposizione una somma di 4 milioni di euro (spendibili) ma non li può utilizzare perché altrimenti andrebbe a violare quelli che sono i dettami del patto di stabilità. La Regione, potrebbe porre rimedio a tutto ciò”. Ieri la notizia della fuoriuscita dal Consorzio anche da parte della Camera di commercio ha messo in apprensione il Cda del Polo, ma il fatto che l’ente camerale abbia deliberato di mantenere per il 2015 la quota da versare, cioè 50 mila euro, ha reso meno amara la giornata ai dirigenti della sede universitaria agrigentina.

 

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